Girato nel 1923 e praticamente non distribuito in Italia, Tenacia Abruzzese incrocia in maniera "ardita" il fascismo con il genere degli "uomini forti". Due "giganti" in camicia nera impongono una giustizia tutta "fascista", basata su sani pestaggi dei delinquenti. Inoltre, il protagonista del film è appena rientrato dall'America e osserva con stupore e ammirazione la "nuova Italia fascista", personificandola addirittura in una donna avvolta nel tricolore sabaudo a cui rendono omaggio un gruppo di balilla. Come si vede, temi inusuali per il cinema italiano degli armi Venti, generalmente restio a prendere di petto il regime fascista. Un fatto ancor più interessante se, come pare, il film era destinato soprattutto agli italiani all'estero.